Gli storici parlano, in relazione all'Alto Medioevo, di teatralità diffusa, facendo riferimento a quell'insieme di pratiche ludiche e spettacolari che sono manifestazioni della ritualità religiosa o civile. Portavoce della storia del teatro medievale sono i giullari, che tramandano per via orale un patrimonio gestuale, recitativo e musicale di lontana derivazione classica, a cui si aggiungono elementi nuovi. Il giullare si trova un pò ovunque: presso le corti e le cattedrali, lungo le vie di pellegrinaggio, nelle piazze e nei mercati. Ma nel Medioevo il teatro diviene soprattutto il mezzo più popolare per vivere collettivamente la sensibilità religiosa. Inizialmente è la stessa Chiesa ad avvalersi del cosiddetto ufficio drammatico, una sorta di piccola rappresentazione teatrale recitata in latino relativa a celebrazioni del rito cristiano.
I laici traducono i testi in lingua volgare e conferiscono agli apparati scenici una rilevanza centrale; i temi vengono notevolmente dilatati, comprendendo sia soggetti agiografici (cioè relativamente alla vita dei santi) sia particolarmente leggendari e profani.
In Italia, intanto, trova diffusione la lauda drammatica (la lauda era un genere di poesia volgare impostata sugli schemi metrici e musicali della ballata profana), che trova il suo più celebre episodio in Donna de paradiso di Jacopone da Todi. Col tempo questa forma di dramma assume le caratteristiche proprie della sacra rappresentazione: produce apparati e scenografie sempre più elaborati, amplia il numero dei personaggi e si arricchisce di elementi profani e realistici. Il metro utilizzato è quello dell'ottava narrativa, mentre l'azione viene preceduta da un annuncio e seguita da una licenza, entrambi proferiti da un angelo.
I laici traducono i testi in lingua volgare e conferiscono agli apparati scenici una rilevanza centrale; i temi vengono notevolmente dilatati, comprendendo sia soggetti agiografici (cioè relativamente alla vita dei santi) sia particolarmente leggendari e profani.
In Italia, intanto, trova diffusione la lauda drammatica (la lauda era un genere di poesia volgare impostata sugli schemi metrici e musicali della ballata profana), che trova il suo più celebre episodio in Donna de paradiso di Jacopone da Todi. Col tempo questa forma di dramma assume le caratteristiche proprie della sacra rappresentazione: produce apparati e scenografie sempre più elaborati, amplia il numero dei personaggi e si arricchisce di elementi profani e realistici. Il metro utilizzato è quello dell'ottava narrativa, mentre l'azione viene preceduta da un annuncio e seguita da una licenza, entrambi proferiti da un angelo.