lunedì 4 ottobre 2010

La società

Il fenomeno del feudalesimo ha inizio nell'epoca di Carlo Magno. L'imperatore, per ricompensare i guerrieri che l'avevano fedelmente sostenuto durante le sue conquiste, assegnava loro porzioni di territorio (dette appunto feudi) che in breve divennero ereditari e tali si mantennero anche dopo la caduta del Sacro Romano Impero.
La miriade di domini feudali che costellavano i territori europei si reggeva grazie all'assenza di un potere centrale che vietasse ai vari signori di governare autonomamente i propri possedimenti e di assegnare, a loro volta, successive porzioni di territorio a chi avrebbe poi fatto altrettanto. La società medievale si riteneva distinta in tre ordini, secondo il disegno divino: i bellatores, gli oratores e i laboratores, corrispondenti rispettivamente all'aristocrazia feudale, dedita all'esercizio delle armi, al clero e ai contadini.
Nel corso dei secoli XII e XIII si afferma la società comunale, che vede come principale artefice della propria straordinaria espansione economica una nuova figura professionale, quella del mercante. All'economia chiusa di stampo feudale si sostituisce, infatti, l'economia urbana, fondata sullo scambio e sulla rapida e intensa circolazione di capitali. Le nuove classi mercantili e artigiane si organizzano in speciali corporazioni dette Arti, che nascono come associazioni private costituite da individui che operano nello stesso settore di attività. La nobiltà, dal canto suo, continua a detenere il controllo politico e militare sulla società. Intanto, l'estrema complessità dei rapporti istituzionali e politici che caratterizzano i Comuni italiani dà luogo a innumerevoli scontri tra città e città. Basti pensare alla nascita dei due partiti dei guelfi e dei ghibellini, parallelamente all'ostilità sorta tra la Chiesa e l'imperatore Federico II.
Ai primi del Trecento la generale ondata di crescita demografica e di progresso economico che aveva coinvolto l'Europa a partire dall'anno Mille subisce un brusco arresto. Numerose carestie interrompono il ritmo della produzione agricola e il diffuso stato di sottonutrizione agevola il propagarsi di malattie ed epidemie. La più terribile colpisce l'Europa nel 1348. In Italia, alla peste, si aggiunge un'interrotta catena di guerre, provocate nel sud dalla ricorrente anarchia feudale, nel centro e nel nord dalla politica espansionistica delle emergenti Signorie.

Nessun commento:

Posta un commento