martedì 26 ottobre 2010

La poesia comico-burlesca

Si tratta di un genere poetico che nasce contemporaneamente al dolce stilnovo al quale è deliberatamente antitetico. Mentre gli stilnovisti avevano cercato di trascendere e idealizzare la realtà, cantando sentimenti elevati e utilizzando un linguaggio ricercato ed elegante, questi poeti utilizzano uno stile basso e un linguaggio più spontaneo e colloquiale; inoltre, fanno uso della parodia per stravolgere e ridicolizzare aspetti della realtà. Tali scelte stilistiche sono riconducibili alla produzione goliardica mediolatina, di cui un celebre esempio è rappresentatto dai *Carmina Burana, e a buona parte delle letterature romanze contemporanee (i contrasti fra trovatori, le invettive ecc.).
Il capostipite della poesia comico-realistica è Rustico Filippi (1230 ca - fine Duecento), che nei suoi sonetti ritrae, in toni grotteschi e caricaturali, persone e scene dell'ambiente borghese fiorentino. Personalità interessante e complessa è Cecco Angiolieri (1260 ca - 1313 ca), il cui linguaggio oscilla tra la rudezza gergale e l'utilizzo, in funzione parodistica, di termini dello stile alto. Leggiamo la prima quartina di un suo famoso sonetto, nella quale il poeta spiega quali sono le grandi passioni della sua vita.
Tre cose solamente m'ènno in grado,
le quali posso non ben fornire,
cioè la donna, la taverna e l'dado:
queste mi fanno 'l cuor lieto sentire.
Da ricordare anche Folgore da San Gimignano (vissuto tra XIII e XIV secolo), il quale nelle sue poesie rende momenti tipici della vita cittadina.

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